
Matera: la Festa della Bruna, cuore sacro e anima mistica, riflessi nei suoi sassi
Fascino antico di una città senza tempo, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO dal 1993 e Capitale Europea della Cultura 2019, Matera in Basilicata rappresenta, l’intreccio perfetto tra arte, spiritualità e storia.
Conosciuta al mondo per i suoi due principali quartieri, Sasso Caveoso e Sasso Barisano, che ne compongono il suo centro storico, in parte scavati e in parte costruiti e abitati sin dalla civiltà preistorica. La città scolpita nel tufo, la bellezza dei panorami e i colori, concreta come la sua roccia. Oggi teatro naturale e per chi la visita, forti suggestioni, momenti di riflessione e stupore.
La passione la si sente ad ogni passo, ad ogni raggio di sole che illumina le pietre e sicuramente la si percepisce nella celebrazione più antica, tradizione e identità di un popolo dal tempo indefinito.
LA FESTA DELLA BRUNA
Festa tra le più importanti ed emozionanti del sud Italia, molteplici i riti che il 2 luglio coinvolgono spiritualmente numerosi i visitatori e cittadini. Momenti coinvolgenti e ricchi di emotività. Sono tre le processioni, la prima, alle luci dell’alba, la “Processione dei pastori”, con i ceri accesi che parte dalla cattedrale e si ferma in Piazza San Francesco.
Al termine della messa c’è il lancio delle “bombe” sulla Murgia Timone, che sveglia la città e dà inizio al grandioso evento. “Diana” si chiama, un chiaro rimando alla tradizione agropastorale.
L’immagine della Madonna della Bruna è seguita da un vastissimo numero di cittadini e pastori, tra esplosioni di mortaretti e fischi di gioia, richiamo tipico dei pastori quando invitavano le greggi a riunirsi. Il rito ricorda la transumanza che si avvicenda nei vicoli e sembra quasi che quelle strade, quei sassi, rivivano gli emozionanti momenti dei tempi passati. La semplicità e l’autenticità di un amore per la terra di origine, omonimo di valore identitario.
LA PROCESSIONE AL CARRO
È questo il momento in cui la città si trasforma, sempre con una forte spiritualità, in uno scenario magico. I cavalieri della Bruna in costume e le carrozze d’epoca appaiono in un trionfo barocco. Su una di queste si trova la statua della Bruna e in un’altra l’Arcivescovo e su di un piccolo trono
Gesù Bambino, ancora diviso dalla Madonna. Questo è il momento che richiama il significato della festa della “Visitazione di Maria ad Elisabetta”. La Bruna esce da Matera e si reca, come quando Maria uscì da Nazareth per andare ad assistere sua cugina Elisabetta, verso la “fabbrica del carro”. È il rione Piccianello e il grande carro trionfale ad accogliere le due figure. Il lancio delle “bombe” è il culmine di questo straordinario secondo appuntamento.
PROCESSIONE FINALE E I TRE GIRI
Nel pomeriggio la Madonna e Gesù Bambino, ancora separati, vengono portati presso lo straordinario e maestoso carro, che per mesi è stato costruito e adornato.
La Madonna passa attraverso la porticina della torre superiore ed è qui che si ricongiungerà al Bambino Gesù per emergere, insieme, dalla torre a significare l’unione e la rinascita. Il carro così verrà trainato a braccia fino a Piazza Marconi. Qui effettuerà i sacri tre giri per essere poi distrutto, il famoso “Strazzo”, dagli assalitori in Piazza Vittorio Veneto. Qui avviene la morte e la rinascita in un ciclo di continuo divenire. La notte viene magistralmente illuminata dai fuochi che segnano il“Capodanno Materano”, fino alle prime luci del 3 luglio.
LA LEGGENDA CHE ACCOMPAGNA LA MADONNA DELLA BRUNA
Si racconta che, un contadino, dopo una faticosa e lunga giornata di lavoro, sulla via di casa, incontrasse una ragazza in cerca di un passaggio e dopo averla portata all’ingresso della città, vicino la chiesa di Piccianello, il contadino rimase a bocca aperta nel vedere la ragazza trasformarsi in statua e salutarlo con queste parole:
“E’ così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città”. Infiniti eventi e i piatti della tradizione.
Gli eventi di questa straordinaria festa sono molteplici e ricchi di significato, la vestizione del generale, i cavalieri, la cavalcata, i trombettieri e la banda, una comunità unita nella commozione e gioia. La tradizione è accompagnata dalle prelibatezze locali che allietano i palati di tutti. Il rinomato Pane di Matera, la Ciallèdd materana, Crapiata materana, i Peperoni cruschi, le Strazzate e ancora tantissimi altri. E nella calda stagione e ogni volta che se ne abbia voglia gustate un buonissimo gelato al Torroncino. Primi, zuppe, secondi deliziosi nella città dei Sassi, sapori unici che ricordano i vissuti preziosi di una vita rupestre.
RIFLESSIONI
La Festa della Bruna ha una forte identità comunitaria, dove i materani si riconoscono e la bellezza di questo evento, come di altri nella nostra penisola, è esattamente nella cura che permette alla tradizione di ripetersi, entra nei cuori e nei ricordi, nelle tavole apparecchiate per la festa, nei sorrisi negli incontri e in tutto ciò che sa di calore tenerezza e ricordo. Da custodire, da difendere e preservare.
“A mogghj a mogghj all’onn cj vahn!” In dialetto materano, traduzione non letterale, “Di bene in meglio per il futuro.” Buona Festa della Bruna e buon viaggio! Chi tra voi ha partecipato a questo straordinario rito e chi ha visitato Matera? Ce lo raccontate?
Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.