
Il “pensionamento”: un’ occasione per continuare a crescere
di Patrizia Raimondi
Il pensionamento rappresenta un momento cruciale nella vita di ogni persona, una transizione profonda che non può essere ridotta a una semplice tappa del processo di invecchiamento. Al contrario, è un passaggio autonomo, complesso e denso di significati che va ben oltre l’abbandono della dimensione lavorativa.
Eppure, la nostra cultura tende spesso a sovrapporre i concetti di pensionamento e declino, generando stereotipi che ostacolano il cambiamento e alimentano una percezione limitante di questa fase della vita.
Tuttavia, è importante considerare il pensionamento come un evento e un processo autonomo, dalle complesse dimensioni che coinvolge molteplici aspetti dello sviluppo della personalità di coloro che lo stanno agendo. L’andare in pensione” non segna solo il passaggio dal lavoro alla vita non lavorativa, ma rappresenta una transizione esistenziale che coinvolge profondamente l’identità personale ed è spesso vissuta con sentimenti di vuoto, di isolamento, di mancanza di prospettive.
E’ necessario, nel contempo, considerare il tempo del pensionamento come un tempo del “cambiamento” che offre delle opportunità di crescita, di rinnovamento, di recupero degli aspetti irrealizzati di una intera vita e che necessita di essere sostenuto e orientato attraverso attività, pratiche formative e relazioni sociali.
Prepararsi al “pensionamento”: un processo a tre fasi
Il pensionamento può essere concettualizzato come un processo che si sviluppa in tre fasi principali:
1-Fase preparatoria
Questa fase, che si sviluppa dai due ai cinque anni precedenti il pensionamento, è caratterizzata da un progressivo interrogarsi sul proprio futuro. Spesso le persone si trovano a riflettere su domande esistenziali: “Chi sarò senza il mio lavoro?”, “Come organizzerò il mio tempo?”, “Che valore avrò senza il mio ruolo professionale?”. Questo periodo è un mix di speranze e timori. Le ansie riguardano soprattutto la perdita di stabilità e riconoscimento, mentre le speranze sono legate alla possibilità di dedicarsi a passioni e interessi personali.
In questa fase, una pianificazione consapevole è fondamentale per immaginare un futuro in cui la propria identità non si limiti al ruolo lavorativo, ma si espanda verso nuove opportunità di crescita e realizzazione personale.
2 – L’evento di quiescenza
Il giorno in cui si lascia ufficialmente il lavoro rappresenta una cesura simbolica e concreta con il passato. Questo momento, spesso segnato da rituali di commiato come feste, discorsi e regali, è carico di emozioni contrastanti: da un lato la celebrazione del percorso compiuto, dall’altro l’ansia per l’abbandono di una struttura di vita consolidata.
Dietro l’apparente leggerezza dei rituali, si nascondono paure profonde legate alla perdita del ruolo sociale, del riconoscimento pubblico e della routine quotidiana. È importante vivere questa transizione non come un “distacco definitivo”, ma come un’apertura verso un nuovo capitolo di vita.
3 – Fase post-pensionamento
La fase successiva al pensionamento è quella dell’adattamento. In questo periodo, il tempo può sembrare dilatarsi e la rete sociale tende a restringersi, portando a sentimenti di isolamento, smarrimento e talvolta esclusione. L’assenza di ruoli chiari e la difficoltà di trovare nuove modalità di socializzazione possono intensificare un senso di alienazione.Tuttavia, questa fase può rappresentare anche un’opportunità unica per riorganizzare la propria vita in modo creativo. È il momento per esplorare nuovi interessi, coltivare relazioni significative e dare nuovo significato al proprio tempo, trasformando il pensionamento in un’occasione di rinascita personale.
Superare la Crisi d’Identità
Per molti, il lavoro rappresenta un pilastro centrale dell’identità. La sua perdita, inevitabile con il pensionamento, può causare una crisi profonda che tocca sia la percezione di sé che il proprio valore nel mondo. Non si tratta solo di perdere un’attività, ma di vedere scardinato un elemento cardine che ha dato senso e struttura alla propria esistenza per decenni. Nel mondo del lavoro, ci sentiamo parte di un gruppo; andiamo in pensione e, improvvisamente, non facciamo più parte di quel gruppo. Anche chi rimane al lavoro inizia a vederci come “diversi”, non più parte del loro mondo
A ciò si aggiunge la disillusione, derivante da aspettative irrealistiche sul pensionamento come una “vacanza perpetua”. Quando queste aspettative si scontrano con la realtà, emergono sentimenti di frustrazione e vuoto. Attività come hobby o letture, sebbene utili, spesso non rispondono pienamente alla necessità di costruire una nuova identità.
Questa riprogettazione richiede un lavoro interiore di elaborazione del passato e la capacità di immaginare un futuro che includa esperienze inedite e una rinnovata espressione di sé.
Roberto Assagioli psichiatra, fondatore della Psicosintesi parlava di “disidentificazione creativa”, un processo che invita a liberarsi dai vecchi ruoli per permettere l’emergere di nuovi aspetti di sé: “Non siamo il nostro lavoro, il nostro ruolo o la nostra etichetta. Siamo molto di più, un insieme di potenzialità in continua evoluzione”. In questo senso, il pensionamento diventa un’opportunità per ridefinire la propria identità, esplorare passioni sopite e coltivare nuove relazioni. È il momento per chiedersi: “Chi voglio essere ora?” e “Quali parti di me posso sviluppare?”.
Il ruolo dei Gruppi e della Comunità
Uno degli aspetti più difficili del pensionamento è la perdita delle relazioni sociali legate al mondo del lavoro. La rete di colleghi, che per anni ha rappresentato un punto di riferimento quotidiano, spesso si dissolve, lasciando spazio a un senso di isolamento. Questo può essere affrontato attraverso la partecipazione a gruppi di supporto o attività collettive. Il gruppo può diventare uno spazio sicuro dove esprimere i propri dubbi, paure e desideri, e dove trovare comprensione e sostegno. Nel gruppo, infatti, avviene quello che si chiama “effetto-specchio”: vediamo noi stessi riflessi negli altri. Capire come gli altri affrontano il pensionamento ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e a trovare nuove strategie per affrontare il cambiamento.
Pensionamento: viaggio di crescita e rinnovamento
Il pensionamento, se affrontato con consapevolezza, può diventare un tempo per riscoprire passioni, coltivare nuovi interessi e connettersi con valori più profondi. È un invito a riflettere su ciò che si è stati, su ciò che si vuole essere e sulle mete che si desidera ancora raggiungere. “Non è mai troppo tardi per crescere, per imparare, per trasformarsi. Ogni fase della vita è un’avventura, un’opera d’arte in continuo divenire”.(R. Assaggioli )Non si tratta di riempire il tempo, ma di costruire una vita significativa che rifletta i propri valori e desideri più autentici.Con questa prospettiva, il pensionamento smette di essere una fine e si trasforma in un inizio: un nuovo viaggio, ricco di possibilità, in cui ognuno può scoprire non solo chi è, ma anche chi può ancora diventare.
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PATRIZIA RAIMONDI
Patrizia Raimondi, psicologa clinica, lavora a Roma. Si occupa di percorsi psicoeducativi per la promozione del benessere.
Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.