CERCHIARA DI CALABRIA: Un viaggio tra miti, tradizioni, storia e natura.
Quanti sceglieranno la provincia di Cosenza per le vacanze estive o coloro che hanno in mente soggiorni alternativi all’insegna della semplicità, del benessere, delle tradizioni,
sono attesi e, ovviamente, accolti, dalla proverbiale ospitalità calabrese, a Cerchiara di Calabria, un affascinante borgo montano immerso nel Parco Nazionale del Pollino,
territorio che fa parte della Rete europea e globale dei Geoparchi, sotto il patrocinio dell’UNESCO.

Meta ideale per gli amanti della natura e della storia, il Parco Nazionale del Pollino, a cavallo tra Basilicata e Calabria, ammalia i suoi visitatori con paesaggi mozzafiato, cime maestose che superano i duemila metri e regala forti emozioni a coloro che decidono di andare alla scoperta di luoghi ancora integri dove il tempo sembra essersi fermato.

Abisso del Bifurto
Per chi amasse anche un pizzico di avventura c’è, per i più esperti, l’Abisso del Bifurto, conosciuto anche come “Fossa del lupo”, una cavità, nel cuore del Parco, che penetra
nelle viscere della terra fino a raggiungere i 683 metri di profondità, posizionandosi tra le grotte più profonde del pianeta! Una grotta verticale che ha avuto origine dall’incessante
agire dell’acqua che, nel corso del tempo, si è fatta strada tra le rocce fino ad arrivare nel sottosuolo.

Santuario della Madonna delle Armi
Un’antica leggenda narra che nel 1450 alcuni cacciatori videro una cerva infilarsi in una piccola grotta del Monte Sellaro, inseguendola all’interno scoprirono due icone lignee
raffiguranti i santi evangelisti. I cacciatori le portarono nel loro paese d’origine, ma puntualmente queste sparivano e riapparivano nello stesso punto della grotta. Il fenomeno
venne interpretato come un segnale e si decise di fondare, in quel luogo, un Santuario.

La Madonna delle Armi viene celebrata ogni anno a partire dal 1846, il giorno 25 Aprile, con una processione tra i monti in cui vengono eseguiti antichi inni. La festività fu istituita
in seguito alla grazia di un buon raccolto fatta dalla Madonna delle Armi ai cittadini dopo un periodo di siccità.
Si tratta di uno dei luoghi mariani più suggestivi e più venerati della Regione.
Diversamente da come si può supporre a primo impatto, il titolo “Madonna delle Armi” non rimanda a un concetto bellico, ma il significato potrebbe derivare dal greco ed è legato a “grotte”;, riferendosi alle caratteristiche caverne che attraversano l’interno del Monte Sellaro.

La Grotta delle Ninfe
Per chi ama rilassarsi nella natura, il luogo ideale è la Grotta delle Ninfe, conosciuta fin dall’epoca magnogreca, dove, nel periodo estivo da giugno a settembre compreso, a
pagamento, si può vivere una giornata sicuramente indimenticabile. Secondo il mito, la grotta sarebbe stata la dimora della ninfa Calypso. Si tratta di una sorgente termale naturale che nasce tra le rocce del Parco Nazionale del Pollino, con acque sulfuree che superano i 30° di temperatura e fanghi terapeutici che rendono l’esperienza unica. Grazie
alle sue proprietà, l’acqua di Cerchiara è impiegata nel trattamento di varie patologie, soprattutto dermatologiche.

Nel cuore della natura – ci dice Alessandra Lauria, assessore termalismo e turismo – avvolta da leggende millenarie, la Grotta delle Ninfe vi accoglie con le sue acque
benefiche e vapori naturali: un’oasi di pace dove corpo e spirito ritrovano equilibrio, salute e meraviglia.

IL PANE CHE DELIZIA
Una delle eccellenze apprezzatissime per chi ama la cucina e i prodotti tipici è il pane tradizionale con la “gobba” dovuta al lento raffreddamento, cotto in forni a legna, riconosciuto nella filiera dell’agroalimentare calabrese col marchio De.Co. (Denominazione Comunale di Origine) e il marchio collettivo geografico Pane di Cerchiara a lievito madre.

È sempre possibile gustare nei diversi panifici, gestiti per la maggior parte da donne, l’alimento simbolo del paese, magari accompagnato dai prodotti tipici della gastronomia locale del Pollino.

Il borgo, che ha visto il susseguirsi di civiltà diverse (bizantini, longobardi, normanni), ospita l’ormai famoso Museo del Pane e della Civiltà Contadina con attrezzi d’epoca,
antiche macine e fotografie e riproduzioni a grandezza naturale delle fasi di lavorazione. Cerchiara di Calabria, con la tradizionale ospitalità della sua gente e con le sue eccellenze culturali, storiche, enogastronomiche attende gli ospiti per una vacanza sana, divertente, unica.

“Vi aspettiamo a Cerchiara di Calabria, uno dei borghi più suggestivi del Parco del Pollino – aggiunge il vice sindaco Marica Nicoletti – Qui, storia, natura e tradizione si intrecciano: dal centro storico arroccato alle pendici del Monte Sellaro, ai panorami mozzafiato, fino ai sapori autentici della cucina locale. Un luogo che merita di essere scoperto lentamente, tra passeggiate, storia, spiritualità e accoglienza genuina.

Cerchiara di Calabria, grazie all’ing. Nicola Barone, oggi Presidente della TIM San Marino e figlio di questa terra, fu protagonista, prima dell’arrivo dell’euro, di una scheda telefonica dell’allora Telecom con un’immagine del Santuario della Madonna delle Armi. Ancora lui ha scritto un libro sulla sua vita nel quale, alcune pagine, sono dedicate al suo paese.
NICOLA BARONE: UNA VITA DA PRESIDENTE. UNA STORIA TUTTA ITALIANA.
Mercoledì 16 Luglio alle ore 18 nel cuore della Repubblica di San Marino, sul Piazzale Domus Plebis avrò l’onore e il piacere di condurre un evento in cui verrà presentato il libro “Nicola Barone una vita da presidente” scritto dallo stesso Barone in collaborazione con Santo Strati, giornalista e direttore di Calabria Live. Il volume, che ci regala un ritratto dell’Italia che si rinnova, si rimbocca le maniche e guarda lontano, è stato introdotto da figure autorevoli come il Card. Ángel Fernández Artime e Mons. Donato Oliverio.

Alla manifestazione parteciperanno: Don Marco Mazzanti direttore dei Salesiani e Rettore della Basilica di San Marino, Luca Beccari Segretario di Stato per gli Affari Esteri e S.E. Monsignor Domenico Beneventi Vescovo di San Marino e Montefeltro. L’incontro verrà accompagnato dall’orchestra Camerata del Titano di San Marino.
Nicola Barone, oggi alla guida della TIM di San Marino, è nato a Cerchiara, paesino calabrese di quelli in cui si conoscono tutti per nome e dove il senso della comunità è ancora sacro e ha costruito, nel suo libro, passo dopo passo un percorso umano e professionale esemplare.
Non servono grandi palcoscenici per raccontare una grande storia. A volte basta un paese dell’entroterra, una famiglia solida, una fede incrollabile e una visione chiara.

Tanti i successi raggiunti con stile garbato, tenace, fatto di ascolto, competenza e visione, doti che lo hanno portato lontano. Ma attenzione: nel libro il lettore non troverà
autocelebrazioni. Troverà piuttosto una storia italiana, di quelle vere, che ci ricorda quanto l’essenza più autentica del nostro Paese non si trovi solo nei luoghi, ma nelle persone.
Uomini e donne capaci di costruire ogni giorno il volto migliore dell’Italia. C’è il ragazzo che parte dal Sud con i sogni in valigia, c’è l’uomo che crede nel dialogo e nella cooperazione. C’è il professionista che sa coniugare il rigore del ruolo con un tocco umano, mai distante, mai freddo.
Barone si è laureato al Politecnico di Torino e ha vissuto da protagonista la grande transizione dall’analogico al digitale. Ma ciò che colpisce di più nel suo percorso è la coerenza con cui ha saputo portare dentro il mondo delle telecomunicazioni e dell’informatica un’etica solida e una spiritualità profonda.
Nel libro Barone ci accompagna in un viaggio autobiografico che è soprattutto un cammino interiore. In un tempo in cui tutto sembra correre troppo in fretta, ci ricorda che la vera
innovazione non è solo tecnica, ma anche umana.

Gli insegnamenti salesiani, l’amore per la propria famiglia, il legame con il Santuario di Santa Maria delle Armi a Cerchiara: sono questi i pilastri che hanno sorretto la sua intera
esistenza. Un’esistenza in cui spiritualità e tecnologia non sono mai state mondi separati, ma dimensioni intrecciate di un unico progetto di vita. La tecnologia si è evoluta, certo –
«Sono nato analogico, oggi sono al 100% digitale» scrive lui stesso – ma non ha mai intaccato la sua umanità.
E qui sta, forse, il tratto più originale di Nicola Barone. Ha costruito reti informatiche, sì, ma anche reti di fiducia, di ascolto e di responsabilità. Ha vissuto la leadership come servizio, non come potere. Ha mostrato che si può essere protagonisti del cambiamento rimanendo fedeli ai valori ricevuti e, soprattutto, ha testimoniato che le radici non sono un ostacolo ma una forza.
Siamo spesso portati a pensare che per riuscire occorra “lasciare indietro” le proprie origini. Storie come questa per fortuna ci dimostrano il contrario. È proprio dalla provincia,
da quei piccoli paesi con una chiesa, una piazza e una scuola, che può nascere una visione capace di andare lontano. La dimensione spirituale che attraversa tutto il libro non
è un ornamento, ma il cuore stesso del racconto: Barone è stato, e continua a essere, un “buon cristiano e onesto cittadino”, come direbbe Don Bosco. Un uomo che ha saputo
unire competenza e coscienza, tecnologia e fede.

In un’epoca in cui i giovani hanno accesso a tutto tranne a dei veri riferimenti, Nicola Barone rappresenta un modello credibile e concreto. Uno di quelli che non si impongono
con la voce, ma si affermano con l’esempio. Il suo è un umanesimo tecnologico di cui oggi abbiamo urgente bisogno, perché ci insegna che anche nel digitale si può restare umani.
Anzi, è proprio lì che bisogna esserlo.
La storia di Nicola Barone dimostra che la vera modernità è quella che non rinnega l’anima e ci lascia un messaggio forte: una vita riuscita è quella che illumina anche la strada degli altri.
E poi, diciamolo: c’è qualcosa di profondamente poetico e simbolico nel fatto che proprio da una piccola Repubblica come San Marino —la più antica del mondo — parta un messaggio così attuale: l’idea che la grandezza non sta nei numeri, ma nella visione e nell’impegno.
L’Italia migliore è fatta proprio di persone come Nicola Barone: silenziose, determinate e visionarie. Che ci ricordano che anche da un piccolo paese calabrese si può arrivare
lontano. Che non dimenticano mai da dove sono partite e non smettono mai di guardare avanti.
Giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV e Ambasciatore Borghi più Belli d’Italia.
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